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Prima di essere un lago

L’area di Polverina ricade all’interno dell’Ager Camertis, ma mostra in realtà una frequentazione antica distribuita su un ampio arco cronologico che va dalla preistoria al medioevo. Molti dei materiali rinvenuti nel corso del tempo sono conservati all’interno del Museo Archeologico “Valerio Cianfarani” a Pievebovigliana attualmente chiuso a causa dei danni del sisma 2016.

Al Paleolitico superiore sono stati attribuiti i manufatti riferibili ad un probabile atelier di lavorazione della pietra individuato in località Convento, mentre le industrie neo-eneolitiche della Collezione Campelli documentano la presenza nel territorio anche di questa fase insediativa. Alla civiltà picena sono attribuiti i ritrovamenti effettuati sul sito del Colle di San Savino di Pievebovigliana, con una frequentazione attestata a partire almeno dal VI-inizio V sec. a.C. Lo stesso sito mostra anche materiali databili almeno fino al II sec. a.C., con molti frammenti di ceramica a vernice nera (coppe ed oinochoai, anche miniaturistiche, a becco trilobato, orli di bicchieri e lekythoi, anse, fondi e orli di piatti, in qualche caso decorati). Il ritrovamento di materiali di pregio testimonia una discreta ricchezza delle popolazioni che occupavano il sito e documenta l’inserimento del centro di San Savino nell’ambito di percorsi commerciali tra area adriatica e Tirreno; tra i reperti di questo tipo spiccano amuleti in pasta vitrea raffiguranti immagini maschili barbate, numerosi frammenti di ceramica alto-adriatica, frammenti di ceramica tipo Gnathia, frammenti di ceramica a vernice nera di fabbrica volterrana. La notevole presenza di ceramica a vernice nera insieme a quella di attrezzature che sembrerebbero connesse a fornaci potrebbero far ipotizzare la presenza di una produzione locale di questa classe di materiali. Si segnala la presenza, di notevole interesse, di vasellame miniaturizzato per tutta la durata dell’insediamento.

I più antichi ritrovamenti piceni nel territorio sembrerebbero risalire alla prima Età del Ferro: da località Castello proviene un’olletta con prese a lingua. Si segnalano anche un pendaglio a batacchio ed una testina elmata entrambi di bronzo, sempre provenienti dalla stessa località, che attestano una frequentazione fra VI e V sec. a.C. Una iscrizione picena datata al IV sec. a.C. proviene, invece, da Fiordimonte.

Per quanto riguarda le forme di occupazione del territorio in età romana sappiamo che il territorio nell’ager dell’antica città romana di Camerinum di fondazione umbra ed in seguito legata ai romani tramite il foedus aequum del 310 a.C., stipulato tra Roma ed i Camertes Umbri in funzione antigallica a seguito della spedizione di Quinto Fabio Massimo Rulliano. La città fedele a Roma sia durante la guerra contro i Galli che durante la seconda guerra Punica mantenne sempre ruolo indipendente fino al 90 a.C. quando divenne Municipium della Regio VI (Umbria) ascritto alla tribù Cornelia ed assunse il nome di Camerinum. Nei decenni successivi al 90 a.C. e fino al I sec. d.C. la città fu interessata da una fase di monumentalizzazione che investì anche il territorio circostante; a questo periodo posso esser ascritti l’acquedotto, piccoli insediamenti sparsi e le ville rusticae che si trovano nel territorio lungo le principali vie di comunicazione e le direttrici pedemontane.

In età tardoantica Camerinum fu sede episcopale a partire dalla seconda metà del V secolo ed alla fine del VI secolo; tra il 591 d.C. ed il 592 d.C. fu sede di una battaglia tra Longobardi e Bizantini per il possesso del territorio costiero tra Ravenna ed Ancona.

In età altomedievale la città fu sede di un ducato annesso a quello di Spoleto. Nel 1259 subì il sacco svevo. Nel XIV secolo Camerino, entrata in possesso dei Duchi Da Varano conobbe un lungo periodo di benessere e sviluppo economico che riguardò tanto il centro urbano quanto le campagne annesse alla proprietà. Tra gli elementi di interesse storico di queste fasi più tarde vi è anche l’Antica Via Lauretana, che attualmente segue un percorso disegnato lungo quello che ipoteticamente poteva essere quello della strada antica. Il suo percorso coincide inizialmente con la Via Flaminia, per poi distaccarsi all’altezza di Foligno, piegando verso il valico appenninico di Colfiorito prima di giungere infine a Loreto. La strada fu molto battuta nel XVI e XVII secolo, in connessione con il pellegrinaggio mariano, ma risulta essere già frequentata dal XIII secolo. Una descrizione del percorso e delle soste osservate dai pellegrini, si desume dalla letteratura itineraria. Guglielmo Molo, ad esempio, nel suo Viaggio spirituale per visitare la Santissima Casa di Loreto et i Santi Corpi de i gloriosi Apostoli Pietro e Paolo, pubblicato a Pavia nel 1613 così enumerava, in ordine di percorrenza inverso, i tratti intermedi e le tappe itinerarie del pellegrinaggio: «[…] da Loreto a Recanati, da Recanati a Macerata, da Macerata a Tolentino, da Tolentino a Valcimarra, da Valcimarra alla Polverina, dalla Polverina alla Muccia, dalla Muccia a Seravalle, da Seravalle a Verchiano, da Verchiano a Camara, da Camara al Passo, dal Passo a Spoleto, da Spoleto a Val Stretura, da Val Stretura a Terni, da Terni a Narni, da Narni a Otricoli, da Otricoli al Tevere et qui si imbarca per spazio di un miglio fino a Borghetto; da Borghetto a Civita Castellana, da Civita Castellana a Rignano, da Rignano a Castel Novo, da Castel Novo a Prima Porta, da Prima Porta a Roma».

Si può ipotizzare per il percorso originario della via Lauretana da Muccia a Polverina che il tracciato fosse localizzato sulla destra orografica della valle del Chienti, anche se già nelle carte ottocentesche la viabilità principale risulta quella che segue la sinistra orografica.

Altri elementi significativi di età storica presenti sul territorio sono: il ponte di epoca romana ma e stato ricostruito nel ‘300, anticamente noto come Pons de trabe Bonantis; la chiesa dedicata a S. Maria Assunta costruita intorno al 1000 dai Monaci Benedettini, che si trova in cima al paese di Pievebovigliana; la chiesa con il convento di San Francesco in località Pontelatrave, costruita nel secondo Duecento e terminata nel XIV secolo; il castello di Beldiletto costruito alla fine del Trecento da Giovanni Da Varano e poi trasformato in una sontuosa villa rinascimentale nella seconda metà del secolo da Giulio Cesare da Varano.

Tra i siti presenti all’interno del Sistema Informatizzato della Carta Archeologica delle Marche al momento sono 3 quelli che ricadono in prossimità dell’area della diga, tutti posizionati lungo le sponde del lago e individuati nelle fasi di abbassamento del livello dell’acqua.

NCTN 00000221

Si tratta di un monumento funerario, probabilmente parte di una necropoli monumentale, indicato anche dalla presenza di una stele. Venne individuato casualmente in un periodo di abbassamento del livello dell’acqua, sulla sponda destra del lago guardando la diga, a circa 100 metri dalla diga stessa.

NCTN 00000232

In località Statte venne individuata una vasta area di frammenti fittili e di blocchi di strutture abitative forse pertinenti a un abitato protostorico databile probabilmente al Bronzo finale. Attualmente si trova al di sotto della superficie del lago di Polverina.

NCTN 0000254

Resti di ambienti termali di una villa residenziale, tra i materiali recuperati si segnala una testina di marmo. Rinvenimento segnalato dal dott. Baldelli sulla sponda destra del lago guardando la diga a circa 100 metri dalla diga stessa, in un momento di abbassamento del livello dell’acqua della diga.

Bibliografia:

AA.V.V., Archeologia nel maceratese. Nuove acquisizioni, Macerata 2005.
Bittarelli A.A., Pievebovigliana e il suo museo, 2004.
Fabrini G.M., Paci G., Perna R., Beni archeologici della provincia di Macerata, Pescara 2004.
Percossi Serenelli E., Recente scoperta archeologica al lago di Polverina, Picus 2, 1982, pp. 199-202.
Percossi Serenelli E., Recenti rinvenimenti a Matelica e a Pievebovigliana, in La battaglia del Sentino. Scontro fra nazioni e incontro in una nazione. Atti del convegno di studi, Camerino – Sassoferrato, 10 – 13 giugno 1998, pp. 241-274.
Percossi Serenelli E., Pievebovigliana fra preistoria e medioevo, Comune di Pievebovigliana, 2002.
Salvini M., Camerino ed il suo territorio nel mondo antico, in AA.V.V., Archeologia nel maceratese. Nuove acquisizioni, Macerata 2005, pp. 234 – 240.